Venerdì 27 Gennaio 2023 | Istituzionale

MaaS: ne parliamo con Andrea Gibelli, presidente di FNM, in vista del convegno di Club Italia

Mobility as a Service, un’idea, un progetto, un impegno ed una scadenza, quella del MaaS4Italy, inserita nel Pnrr. Nelle aziende se ne parla, le agenzie della mobilità si impegnano, le amministrazioni delle grandi città metropolitane guardano con interesse i non molti soldi messi a disposizione.

Abbiamo chiesto cosa me pensano le associazioni del settore che parteciperanno, il 9 febbraio, al convegno convocato da Club Italia, che da anni lavora sull’argomento e che proprio in quell’occasione presenterà le Linee Guida operative MaaS e tecnologie digitali abilitanti

Presidente Gibelli, oramai è da anni che si parla tanto di MaaS. A che punto siamo rispetto agli sviluppi di questo modello di mobilità?

l MaaS rappresenta oggi una mobilità completamente nuova, che mette al centro il cittadino-cliente e offre grandi potenzialità per l’intero settore del trasporto pubblico e l’indotto, tutte da sfruttare Il MaaS rappresenta oggi una mobilità completamente nuova, che mette al centro il cittadino-cliente e offre grandi potenzialità per l’intero settore del trasporto pubblico e l’indotto, tutte da sfruttare.

Negli ultimi anni ci sono stati importanti sviluppi in questa direzione. Esistono esperienze pilota rilevanti sul territorio nazionale: esiste il MaaS for Italy ed esistono esperienze locali come quella condotta in Emilia Romagna da TPER.

Oggi possiamo guardare al futuro con mentalità nuova e, senza dimenticare le competenze tecniche alle quali dobbiamo il successo e la credibilità del settore, possiamo pensare agli aspetti strategici basati sulla digitalizzazione dei processi. Si tratterà di analizzare grandi quantità di dati e di gestire piattaforme tali da garantire la massima interoperabilità tra i sottosistemi, i “pezzi” che compongono il Maas.

La percezione che abbiamo tutti è che siamo all’alba di una nuova era e questi casi pilota potranno sicuramente contribuire alla definizione del modello più utile al Sistema Italia perché il Maas possa rappresentare il paradigma della mobilità, incidendo sulla flessibilità e sull’efficacia dei servizi e sulla percezione degli utenti.

Tuttavia mi permetta di dire che oggi gli aspetti tecnici non sono decisivi.

Lei dice che non sono gli aspetti tecnici ad essere centrali nella definizione del MaaS. Cosa intende?

Come dicevo il MaaS presuppone una diversa visione dei servizi di mobilità, che devono essere molto più flessibili, integrati e fruibili grazie ad un unico punto di accesso. La tecnologia digitale oggi lo permette, semplificando di molto la realizzazione delle piattaforme di intermediazione, di offerta e di pagamento. Ma è evidente che oggi il tema non è l’App, i dati, il back-end, i sistemi di acquisto e di pagamento. La definizione della governance, delle regole, della responsabilità è al centro della fase che ci aspetta.

In ballo ci sono il diritto costituzionale alla mobilità e la sicurezza dei servizi di trasporto pubblico. Non bisogna infatti dimenticare che i servizi di mobilità devono trasportare grandi masse di persone in tempi ridotti e con l’impiego contenuto e quindi sostenibile di risorse.

La nostra missione è sempre la stessa: trasportare persone e in sicurezza, a fronte dei nuovi stili di vita e modelli organizzativi del lavoro che incidono sui consumi dei servizi di mobilità. Noi non movimentiamo solo dati e questo ci distingue in modo definitivo dalle imprese dell’industria digitale che si affacciano all’universo del trasporto.

Vuole dire che il MaaS deve essere gestito dalle aziende di trasporto pubblico?

E da chi altri può essere gestito? Questo è un punto fondamentale: non c’è mobilità sostenibile senza il trasporto pubblico e non c’è MaaS senza le aziende di trasporto pubblico. Il know how dei servizi di trasporto è proprio delle aziende di trasporto pubblico locale e non se può fare a meno, anche per ciò che attiene la responsabilità e la sicurezza dei servizi. Noi trasportiamo persone, molto spesso bambini, il futuro del Paese. L’evoluzione tecnologica ci consente anche di gestire una grande quantità di dati, ma questo è un elemento funzionale, non la nostra attività caratteristica. Per questo il sistema del trasporto pubblico locale può candidarsi al ruolo di integrator all’interno del MaaS.

Cosa bisogna fare per realizzarlo realmente?

Bisogna sedersi a un tavolo interministeriale e intersettoriale anche con le altre industrie coinvolte (energia, TLC, servizi digitalizzati) per parlare di regole di gestione di un sistema complesso e integrato che può includere più operatori pubblici e privati per diverse tipologie di servizi facilmente accessibili agli utenti attraverso gli strumenti più aggiornati che la digitalizzazione mette a disposizione. Dobbiamo parlare di governo, di sicurezza e di certezze per i cittadini. ASSTRA è pronta a fare la sua parte nella definizione della governance del MaaS.

Ma quale è allora la visione di ASSTRA sul MaaS?

Il MaaS è un ecosistema, un paradigma che per essere efficace ed efficiente rispetto ai bisogni dei cittadini deve essere coordinato dalle aziende di trasporto pubblico. Per questa ragione il MaaS deve essere declinato secondo il concetto di “Mobility-as-a-Community (MaaC)”, con un livello di servizio che risponde con flessibilità alla domanda emergente da larghi strati della popolazione. Penso alle comunità “intermittenti” che rappresentano una domanda estemporanea che si accende in determinati momenti, come avviene in occasione di grandi eventi sportivi, culturali, musicali o nell’alta stagione turistica. Il modello del MaaC per funzionare bene si deve collegare, ibridare e completare nel sistema di trasporto pubblico locale che rimane la spina dorsale della mobilità collettiva e quindi del Paese.

Antonio Riva

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