07/11/2019
Ecomondo, Gibelli (ASSTRA), bene l’elettrificazione del trasporto pubblico locale, ora bisogna riconoscere subito lo status di aziende energivore per le imprese del settore e gestire in modo strategico la transizione energetica del parco autobus italiano.
Sono questi i messaggi lanciati da Andrea Gibelli, il presidente di Asstra, aprendo ad Ecomondo il Forum ASSTRA sull’innovazione energetica e le prospettive economiche legate alle fonti di trazione pulite.
“Includere le Aziende di Tpl nel novero delle imprese energivore, considerati i rilevanti consumi attuali e prospettici di energia elettrica delle imprese Tpl in considerazione della positiva spinta verso il sistema elettrico, è il forte appello di Gibelli che ne spiega il motivo, perché la lotta per l’ambiente va fatta sostenendo il trasporto pubblico, chiave di volta essenziale per abbassare l’impatto ambientale del settore trasporti. La manovra economica 2020, purtroppo, non va in questa direzione, lamenta Gibelli, perché prevede l’eliminazione del rimborso dell’accisa sul gasolio per autotrazione impiegato dagli autobus di classe ambientale Euro III e IV senza considerare il contesto in cui si inserisce la misura. Pur condividendone la finalità ecologica, va detto che l’intervento rischia di essere un autogoal per l’ambiente, perché non aiuta a spostare verso i mezzi pubblici il traffico privato. Il taglio, che comporterà un aggravio fiscale di 60 milioni di euro annui per le aziende del settore, dovrebbe almeno essere differito alla piena attuazione del piano strategico della mobilità sostenibile per il rinnovo del parco autobus che dovrebbe consentire di dismettere gli Euro III e IV. Ma anche l’impostazione del Piano va rivista, perché il finanziamento pubblico è vincolato esclusivamente all’idrogeno, all’elettrico ed al metano. Tutte tecnologie alternative al diesel molto costose, soprattutto l’idrogeno e l’elettrico: il sistema autobus elettrico (mezzo + infrastruttura) costa oltre 2 volte un Euro VI a gasolio (circa 230.000 euro contro oltre 500.000 euro), senza contare che si necessita di un tempo più lungo per la messa in esercizio.
“ E’ di primaria importanza, conclude Gibelli, coniugare le ambizioni di riduzione delle emissioni con quelle di abbassamento dell’età media del parco autobus italiano; la transizione della flotta verso l’alimentazione alternativa può effettivamente rappresentare un definitivo cambio di paradigma solo nel caso in cui questa avvenga con adeguata gradualità. Senza questa gradualità si rischia di mettere in atto un piano di rinnovo della flotta da 3,7 miliardi che tra 15 anni avrà immatricolato solo 19.886 autobus, a fronte dei 53.173 autobus necessari per arrivare al 2033 con una flotta giovane (età media di 7 anni in linea con l’Europa) e a impatto zero. Ma per acquistare solo autobus elettrici o comunque ad alimentazione alternativa al diesel ci vogliono 500 milioni aggiuntivi all’anno e di questi tempi forse è più facile applicare il buon senso che trovare altre risorse”
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