Federtrasporti: l’Allarme Iva blocca la riforma del trasporto pubblico locale

31/03/1999

L’ultimo pronunciamento del ministero delle finanze (risoluzione ministeriale 48/E del 23 marzo 1999) che intende applicare l’Iva con l’aliquota del 20% sui contratti di servizio stipulati tra enti locali e aziende speciali di trasporto pubblico, rischia di mettere definitivamente in ginocchio le aziende interessate e rallentare il processo di riforma del settore. Le aziende del Tpl, che già si sono assunte l’onere del 10% sull’Iva relativa alla vendita dei titoli di viaggio, sono riuscite sin adesso a far fronte a tale carico fiscale senza ripercuotere i maggiori costi sull’utenza. Adesso, in tempi di vacche magre e di fronte ad un difficile processo di risanamento, l’applicazione dell’Iva anche sui corrispettivi derivanti da specifici contratti di servizio costituisce un peso insostenibile per le aziende se non al prezzo di tagli nei servizi. Su questo tema Federtrasporti ha coinvolto il ministero delle finanze, dei trasporti, i presidenti delle Regioni, di Anci e Upi. In attesa di una specifica normativa del settore (è stato presentato un emendamento ad hoc ad un dl sulla materia) che permetta di individuare una soluzione in linea con le risoluzioni della normativa comunitaria, le aziende che si accingono a stipulare i contratti di servizio sono indotte a rinviare tali contratti, rallentando sostanzialmente la riforma del trasporto pubblico locale. Per il presidente di Federtrasporti, Enrico Mingardi, "assoggettare ad Iva le compensazioni erogate dall’ente locale alle aziende del Tpl in virtù dei contratti di servizio, significa non condividere lo sforzo che il sistema dei trasporti pubblici sta compiendo per risanarsi e adeguare i servizi alle esigenze della mobilità urbana. In tal senso occorre una riflessione profonda e una precisa presa di posizione da parte di governo e parlamento".
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