Legge Madia, dai decreti attuativi una spinta alla liberalizzazione del settore Tpl

07/08/2015

Roncucci: “L'altro passo fondamentale è accelerare la definizione del sistema dei costi standard, quale parametro indispensabile per misurare l'efficienza delle imprese”

 

“L’armonizzazione dei decreti attuativi previsti dalla legge Madia con la disciplina settoriale è il  primo passo fondamentale affinché il settore del Tpl possa finalmente dare un'accelerata al percorso di liberalizzazione ed efficientamento finora soltanto parzialmente avviato e non più rinviabile”.

Massimo Roncucci, presidente di Asstra l'Associazione maggiormente rappresentativa del settore del trasporto pubblico regionale e locale, commenta l'approvazione della legge delega che porta la firma del Ministro Madia quale occasione per evidenziare al Governo i capisaldi di un progetto di riforma complessivo.

“I decreti attuativi della legge Madia, al vaglio dell'Esecutivo nei prossimi mesi, dovranno essere coordinati con le leggi che regolano il nostro settore e che, peraltro, sono già coerenti con la normativa europea. Gli elementi chiave del processo di riforma e liberalizzazione che attendiamo dovranno essere, infatti, ispirati da logiche industriali proprie di imprese capaci di operare in un mercato aperto alla concorrenza e che tengano conto di parametri di efficienza ed efficacia, indipendentemente dalla natura, pubblica o privata, della proprietà. In questo percorso l'altro passaggio per noi fondamentale è rappresentato da una rapida definizione del sistema dei costi standard che, oltre a favorire il superamento del principio dei costi storici, sono destinati a diventare il metro con cui valutare le imprese e quindi dare il via ad indispensabili processi di miglioramento produttivo”.

“Se questo percorso troverà realizzazione nei prossimi mesi, le nostre imprese sono pronte a raccogliere le sfide del mercato, competendo ad armi pari con gli altri operatori per fornire servizi che siano, qualitativamente e quantitativamente, attrattivi per i cittadini. In quest'ottica condividiamo anche criteri che affrontino la questione delle imprese con bilanci strutturalmente in perdita, compresa l'ipotesi di messa in liquidazione per quelle realtà che non presentano piani di rientro, ovviamente valutando se le cause dei bilanci negativi siano riconducibili ad una cattiva gestione o se dipendenti da compensazioni sottostimate rispetto alla reale quantità dei servizi svolti. In questo senso sarà fondamentale il criterio dei costi standard. Inoltre riteniamo importante che si faccia riferimento ai risultati della gestione non penalizzando quelle gestioni che, pur non riuscendo a tradursi in un risultato positivo, avendo ad esempio ereditato forti perdite, siano comunque virtuose in quanto migliorative rispetto al pregresso. ”.

“Ci auspichiamo – conclude Roncucci – che il Governo sappia recepire le esigenze di un settore che reputiamo strategico nel favorire la ripresa del nostro sistema economico e che, altrettanto, l'Esecutivo si concentri sull'approvazione del disegno di legge di riforma complessiva della disciplina settoriale, contenuta nel decreto legislativo 422/97”.

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