14/09/2016
ASSTRA: delusione per l’esito finale del decreto Madia. Ha prevalso la vecchia dialettica che contrappone impresa privata vs impresa pubblica a tutto svantaggio di quest’ultima. Ora si rischiano distorsioni della concorrenza e pesanti freni burocratici all’attività delle imprese che erogano servizi essenziali come il trasporto pubblico locale (TPL).
“Dopo averne condiviso appieno gli obiettivi di efficientamento e stimolo alla concorrenza, ci aspettavamo altro dal decreto Madia per le società partecipate del trasporto pubblico locale. Ci aspettavamo infatti un quadro legale chiarito e semplificato con strumenti concreti per gestire in modo più imprenditoriale le aziende pubbliche di TPL, lasciando al mercato il compito di selezionare le imprese efficienti e di escludere le inefficienti. Ma per fare questo, la prima cosa da fare sarebbe stata l’esclusione delle società partecipate che gestiscono servizi pubblici economici in regime di concorrenza, o che si accingono a farlo come è il caso del settore TPL, dall’ambito di applicazione di quella parte del decreto Madia che crea un evidente disagio concorrenziale per le imprese pubbliche. Una esclusione sollecitata non solo da noi ma anche dalle competenti commissioni parlamentari e dal Consiglio di Stato in nome del rispetto del principio di neutralità rispetto al regime di proprietà societaria, pubblica o privata, per assicurare equità di trattamento tra le imprese e trasparenza del mercato”
Così il presidente dell’Asstra, Massimo Roncucci, per spiegare la posizione delle aziende partecipate del TPL aderenti all’Asstra, l’associazione nazionale maggiormente rappresentativa del settore in Italia, rispetto al decreto partecipate
“Non si capisce la logica che ha prevalso e che mette sullo stesso piano Amministrazione Pubblica, società strumentali e società che erogano servizi di valore sociale ed economico importante – conclude Roncucci - Nel resto d’Europa questo non succede, anzi gli Stati valorizzano senza ombra di dubbio con le opportune legislazioni una gestione industriale e imprenditoriale delle aziende pubbliche”
NOTA PER LA STAMPA:
Alcuni dati sulle società partecipate del TPL: le imprese che in Italia gestiscono servizi di TPL sono in totale 988, ma di queste solo 116 sono a partecipazione pubblica. Inoltre, queste imprese tra il 2010 e il 2016 sono state ridotte del 27,5% passando da un totale di 160 a 116 Il dettaglio dei dati economici e degli schemi partecipativi del settore mostra chiaramente che le società partecipate del TPL rappresentano un patrimonio economico e sociale di tutto rispetto. I dati di bilancio mostrano una realtà che contraddice il luogo comune sull’inefficienza delle aziende pubbliche di TPL . Il 79% delle aziende ha chiuso il bilancio in utile nel 2014; delle 23 aziende in perdita, 21 aziende hanno comunque registrato un Margine Operativo Lordo (MOL) positivo. Ma il dato è ancora più significativo là dove si confronti l’andamento dei bilanci dal 2009, quando a chiudere in utile era solo il 54% delle aziende. Il dettaglio dell’andamento delle perdite analizzato a livello regionale mette in evidenza come il 21% di aziende in perdita sia concentrato sul territorio e quindi chiaramente individuabile e circoscrivibile a pochissime realtà di cui sono piene le cronache dei giornali.
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