Riceviamo da ATM di Milano la richiesta di pubblicare la replica dell’Azienda

10/02/2014

alle valutazioni espresse da ASSTRA sul proprio sito in relazione a quanto apparso il 3 febbraio scorso a pag. 3 della cronaca di Milano del Corriere della Sera,  in merito allo strappo ATM da ASSTRA, alla trattativa sindacale per il contratto degli autoferrotranvieri ed allo sciopero imminente. Come leggerà chi avrà pazienza, l’estensore della rettifica contesta che le dichiarazioni apparse sulla stampa siano riconducibili al presidente di ATM ma non contesta che esse siano riconducibili ad ATM, società della quale egli è legale rappresentante.

Pertanto l’Associazione deve fare ammenda di aver attribuito frettolosamente al presidente di ATM, anziché alla società ATM, le dichiarazioni apparse sul Corriere della Sera,  per quanto la differenza  possa apparire piuttosto burocratica che di contenuto.

Tuttavia ben volentieri pubblichiamo tutti i documenti in sequenza cronologica per una comoda lettura:

 

Estratto da pagina 3 di CORRIERE DELLA SERA MILANO del 03-02-2014

Atm strappa ed esce da Asstra

Atm pronta ad abbandonare Asstra.

L`azienda tratterà da sola i contratti

Lo strappo tra Atm e l'Associazione nazionale delle aziende del trasporto pubblico locale (Asstra) si consuma sul contratto di lavoro scaduto ormai da oltre sei anni, a dicembre 2007.____

A PAGINA 3 Valtolina

Nuovo corso. Dopo ¡ dissidi degli ultimi mesi, la rottura con l'Associazione nazionale delle imprese del trasporto Atm pronta ad abbandonare Asstra L'azienda tratterà da sola i contratti.  

Lo strappo tra Atm e l'Associazione nazionale delle aziende del trasporto pubblico locale (Asstra) si consuma sul contratto di lavoro, scaduto ormai da sei anni e causa di infiniti scioperi. L'impresa non si sente rappresentata, «lamenta» una situazione migliore rispetto alle altre 1.200 aziende tpl italiane (di cui oltre il 70% ha bilanci vicini al fallimento) ed è pronta ad agire da sola, trattando in autonomia il contratto con i lavoratori. Stanca di scioperi che colpiscono la città di Milano in maniera troppo pesante rispetto a centri meno abitati -  e dopo aver lavorato all'interno dell'Associazione trasporti affinchè si creasse un gruppo di lavoro per le grandi città o per le aziende con margini economici rilevanti , Atm ha deciso di dire di nuovo basta ad Asstra (era già successo sotto la giunta Albertini). Troppo alto il prezzo pagato dalla città per le continue agitazioni del personale quando la trattativa a Milano potrebbe essere già chiusa e considerato anche il fatto che oggi, a Palazzo Marino, è in carica una giunta di centrosinistra, più vicina ai sindacati. I dissidi erano iniziati quando, a causa di livelli di spesa di Asstra, considerati inaccettabili da Atm, il presidente Bruno Rota si dimise dal ruolo di vicepresidente. Ma il problema maggiore riguardava le scelte non condivise. Dalla mancata apertura di un tavolo di trattativa per rinnovare il contratto, fino alla ridefinizione dello stesso ruolo di Asstra, ente che fatica a capire i cambiamenti, con la necessità di tagliare i costi, schiacciata da una mancanza di risorse patologica. L'accelerazione di Atm - già annunciata informalmente ai sindacati prima di Natale -  è economica e politica. E ha l'obiettivo di evitare che alcune scelte a monte (come il contratto di lavoro continuamente rimandato) penalizzino le aziende più grandi (Atm conta 9.200 dipendenti, che si riflettono in spese associative elevatissime), esponendo Milano a proteste e rischi di ordine pubblico, come quelli dell'ottobre 2012, quando il sistema della mobilità cittadina, sotto stress, fini all'indice. Si respira infatti preoccupazione in vista dello sciopero di mercoledì. Basti pensare che, tra le 16 e le 18, in metropolitana, in media, vengono trasportate 30 mila persone. Mercoledì saranno almeno 12 mila in più, senza la possibilità, per la legge sugli scioperi, di aumentare le corse nelle fasce di garanzia. Il che significa ressa sulle banchine e sicurezza che diminuisce. Una situazione che, numericamente, non ha peraltro paragoni con altre città italiane. Per questo, adesso, c'è la disponibilità ad agire in solitaria, per chiudere una «drammatica» vacanza contrattuale durata troppo, sulla falsariga di alcuni accordi integrativi interni, a fronte di un recupero di produttività, già siglati da Atm. Ok all'adeguamento contrattuale, cioè, rivedendo i carichi di lavoro. Giacomo Valtolina

La scheda - L'Associazione Asstra-Associazione Trasporti rappresenta l'Associazione delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia, sia di proprietà di privati sia degli enti locali. Nasce nel 2001 dalla fusioni di Federtrasporti (la Federazione delle municipalizzate) e Fenit (Federazione delle ferrovie concesse). È la controparte sodale nella contrattazione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da fine 2007

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SITO ASSTRA, in PRIMO PIANO il 4 febbraio:

ATM STRAPPA E ESCE DA ASSTRA. (Corriere della Sera Milano 3 febbraio) LA REPLICA DI ASSTRA

Abbiamo letto le dichiarazioni del presidente di ATM di Milano,  pubblicate dal Corriere della Sera il 3 febbraio scorso nelle pagine della cronaca locale, a proposito dell’uscita di ATM dall’ASSTRA. A parte le frecciate nei confronti dell’Associazione che non ci interessa rilevare, quello che viene fuori da questa vicenda, è la fotografia al negativo dello strappo  Marchionne/Confindustria. Mutatis mutandis, tanto per far capire bene questa corrispondenza  “al contrario”: Marchionne uscì da Confindustria per  avere mano libera , anzi liberata, dal contratto dei metalmeccanici e fare a modo suo nei distretti produttivi italiani. Motivo? Abbassare il costo del lavoro nelle fabbriche italiane della Fiat. Il presidente di ATM dice di uscire da Asstra per liberarsi dal contratto di lavoro degli autoferrotranvieri , o quantomeno sfilarsi dalla sua trattativa, perché non vede l’ora di concludere il contratto di lavoro in ATM, costi quel che costi!  tanto ATM se lo può permettere,  essendo l’unica azienda sana delle circa 190 aziende di trasporto pubblico locale italiane associate ad Asstra. Tutte ree di essere  un coacervo di incapaci, nella migliore delle ipotesi.

Non sta a noi giudicare le conseguenze dello strappo di Marchionne al sistema delle regole del lavoro e delle relazioni industriali  del Paese.  E’ invece nostro compito parlare con chiarezza della situazione del contratto degli autoferrotranvieri e della situazione di un settore , che piacendo o no al presidente di ATM – che ammette di aver provato a fare un fronte comune contrattuale tra le aziende metropolitane, senza riuscirci -  è sull’orlo del dissesto. Lungi da noi entrare nella dialettica, irta di trabocchetti,  populismi e mezze verità,  dei buoni vs i cattivi gestori di bus, tram e metro.  La nostra esperienza dell’universo dei trasporti pubblici locali del paese, che rimonta al lontano 1947, ci suggerisce più che una cautela rispetto alla tentazione di liquidare in modo semplicistico la lettura attuale della crisi del sistema dei Trasporti Pubblici Locali (TPL) italiano, di cui la crisi del contratto nazionale non è che un aspetto. Non è questo il luogo per fare una analisi dettagliata e storica di questa crisi.  A chi fosse interessato, suggeriamo la lettura  dell’inchiesta a 360° sul  TPL pubblicata proprio dal Corriere della Sera in prima pagina nel luglio del 2013, una inchiesta premonitrice, come succede al grande giornalismo, che denunciava il crac del settore.  Da allora le cose non sono molto cambiate, purtroppo

Quell’inchiesta restituiva  il quadro di una situazione difficilissima che riguarda le imprese di trasporto pubblico locale in Italia, che  non hanno il bilancio col segno più come succede in ATM, come ribadito il 3 febbraio con orgoglio meneghino.  Insomma, un’Italia dei trasporti pubblici divisa a metà : da una parte  ATM e dall’altra tutto il resto. Sicuramente ATM è una azienda efficiente  che negli ultimi anni ha prodotto utili. Un andamento positivo che in tanto è stato possibile, in quanto è stato sostenuto dalle scelte del comune di Milano, nonché proprietario dell’Azienda, che non ha mancato di mettere nelle mani della sua  azienda nel corso degli anni  delle leve fondamentali per far tornare i conti: la gestione della sosta, la gestione dei parcheggi, il servizio di rimozione dei veicoli, da ultimo il car sharing. Tutte attività che, come noto, sono molto redditizie e coprono le perdite che pure ci sono state per il servizio di T.P.L.

Inoltre ci sembra strano che  nonostante da mesi l’ATM abbia affermato la propria volontà di uscire da ASSTRA, solo oggi comunichi “alla grande” uno strappo che ha già consumato. Sarà stata  la pressione dello sciopero? Sarà il bisogno di scaricare questa tensione, in certi frangenti, su un soggetto esterno?  Di certo non aiuta l’atteggiamento, anche da parte di certa stampa, di chi trova scandaloso lasciare senza contratto 116.500 autoferrotranvieri dal 2007 (falso, il contratto è stato rinnovato in parte nel 2009) ma trova normalissimo che 3,5 milioni di lavoratori pubblici abbiamo il contratto bloccato da anni e per i prossimi anni!  Infine,  Asstra è l’organizzazione meno costosa per una azienda di TPL di qualsiasi altra associazione nell’attuale panorama dell’associazionismo. Tanto dovevamo ad onor del vero.

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Dichiarazione ASSTRA inviata al Corriere della Sera, cronaca Milano,  ed a  FERPRESS il  4 febbraio:

“Ci sembra strano che nonostante da mesi l’ATM abbia affermato la propria volontà di uscire da ASSTRA, solo in prossimità di uno sciopero generale dei mezzi pubblici (poi revocato) comunichi attraverso la stampa uno strappo che ha già consumato. Sarà stata la pressione dello sciopero? Sarà il bisogno di scaricare questa tensione, in certi frangenti, su un soggetto esterno?  E’ uno strano Paese il nostro in cui c’è chi trova scandaloso non rinnovare il contratto a 116.500 autoferrotranvieri dal 2007 (falso, il contratto è stato rinnovato in parte nel 2009) però non trova niente da dire se 3,5 milioni di lavoratori pubblici hanno il contratto bloccato da anni e per i prossimi anni. Infine, Asstra è l’organizzazione meno costosa per una azienda di TPL di qualsiasi altra associazione nell’attuale panorama dell’associazionismo. Tanto dovevamo ad onor del vero”

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Pubblicato da FERPRESS il  4 febbraio

ASSTRA: lo strappo di ATM. La replica del presidente Marcello Panettoni

(FERPRESS) – Roma, 4 FEB – “Ci sembra strano che nonostante da mesi l’ATM abbia affermato la propria volontà di uscire da ASSTRA, solo in prossimità di uno sciopero generale dei mezzi pubblici (poi revocato) comunichi attraverso la stampa uno strappo che ha già consumato”.

Così Marcello Panettoni, presidente di ASSTRA, risponde agli articoli apparsi nei giorni scorsi nelle pagine della cronaca locale di Milano in merito all’uscita della società ATM dall’associazione.

“Sarà stata la pressione dello sciopero? Sarà il bisogno di scaricare questa tensione, in certi frangenti, su un soggetto esterno? E’ uno strano Paese il nostro – prosegue il presidente di ASSTRA – in cui c’è chi trova scandaloso non rinnovare il contratto a 116.500 autoferrotranvieri dal 2007 (falso, il contratto è stato rinnovato in parte nel 2009) però non trova niente da dire se 3,5 milioni di lavoratori pubblici hanno il contratto bloccato da anni e per i prossimi anni”.

“Infine – conclude Panettoni – ASSTRA è l’organizzazione meno costosa per una azienda di TPL di qualsiasi altra associazione nell’attuale panorama dell’associazionismo. Tanto dovevamo a onor del vero”.

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Estratto da pagina 8 di CORRIERE DELLA SERA MILANO del 05-02-2014

Ci scrivono  

ATM

L`addio ad Asstra

Ci sembra strano che nonostante da mesi l'Atm abbia affermato la propria volontà di uscire da Asstra, solo in prossimità di uno sciopero generale dei mezzi pubblici (poi revocato) comunichi attraverso la stampa uno strappo che ha già consumato. Sarà stata la pressione dello sciopero? Sarà il bisogno di scaricare questa tensione, in certi frangenti, su un soggetto esterno? E uno strano Paese il nostro in cui c'è chi trova scandaloso non rinnovare il contratto a 116.500 autoferrotranvieri dal 2007 (falso, il contratto è stato rinnovato in parte nel 2009), però non trova niente da dire se 3,5 milioni di lavoratori pubblici hanno il contratto bloccato da anni e per i prossimi anni. Infine, Asstra è l'organizzazione meno costosa per una azienda di Tpl di qualsiasi altra associazione nell'attuale panorama dell'associazionismo. Tanto dovevamo ad onor del vero.

Asstra

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Raccomandata di ATM al Prof. Marcello Panettoni, presidente di ASSTRA, anticipata via mail

Milano, 7 febbraio

Con la presente si chiede formalmente la tempestiva pubblicazione, con la medesima evidenza e nelle stesse modalità, dell’allegata smentita, avente ad oggetto la dichiarazione del dott.Prof. Marcello Panettoni, Presidente di ASSTRA, dal titolo “ATM Strappa ed esce da ASSTRA (Corriere della Sera Milano 3 febbraio 2014), la replica di ASSTRA”.

In mancanza, la permanenza senza rettifica di quella dichiarazione comporterà un aggravio dei danni già causati dalla loro divulgazione, nei confronti di ATM Spa, ATM Servizi e dei suoi dirigenti.

Distinti saluti

F.to                                                                                                                                     F.to

Il Direttore Risorse Umane                                                                                           Il Presidente

Organizzazione e Comunicazione                                                                                  Bruno Rota

Pietro Brunetti                                               

 

ATM replica

 

Nel suo comunicato, Asstra sostiene di aver letto le dichiarazioni del Presidente di ATM, Bruno Rota, sul Corriere della Sera del 3 febbraio, nell’articolo “ATM strappa ed esce da ASSTRA”.

Come chiunque lo abbia letto sa, in quell’articolo (che alleghiamo per completezza della Vostra informazione) non è riportata alcuna dichiarazione del Presidente, il che la dice lunga sulle ragioni per le quali il comunicato Asstra è stato diffuso.

Il Presidente Rota, infatti, ha chiesto a più riprese ad Asstra di portare i suoi costi di funzionamento a livelli di sobrietà, tanto più dovuti con la crisi del settore. Ha chiesto, e continua a chiedere anche oggi, di rendere pubblici i compensi di Presidente e direttore generale di Asstra, per evidenti ragioni di trasparenza. Ha chiesto che l’associazione dedicasse particolare attenzione alle tematiche delle grandi città. Le richieste, in particolare quella sui compensi, la più facile da soddisfare, sono rimaste inevase.

Lungi dal voler dividere il TPL con ATM da una parte e tutti gli altri operatori dall’altra, il Presidente ha solo chiesto che Asstra si dotasse di modalità di gestione più sobrie e tali da legittimare un approccio realistico ai gravi problemi di settore. Ha chiesto, insomma, senza riuscirci, che Asstra fosse un’associazione che, guidata da persone competenti e capaci di conoscere i fatti, quindi in grado di sapere, ad esempio, che gli introiti del nuovo car sharing sono gestiti direttamente dal Comune di Milano e, quindi, che non vanno a rimpinguare i conti di ATM, che parcheggi e rimozione dei veicoli (come quasi in tutto il mondo) non danno purtroppo margini di guadagno.

ATM non vuol “concludere”, per usare l’espressione adoperata nella replica, il contratto costi quel che costi. ATM ha chiesto e chiede a chi tanto è pagato per trovare un accordo, lavori in tal senso seriamente e in stretto collegamento con tutte le imprese del settore.

Per concludere mai il Presidente Rota ha sostenuto o ha pensato che le aziende del TPL siano un coacervo di incapaci, come Asstra falsamente sostiene, attribuendogli giudizi sui colleghi che mai ha formulato. Le valutazioni negative di ATM riguardano esclusivamente gli attuali vertici di Asstra e, si ritiene, sono condivise da moltissime aziende del TPL in Italia.

 

Il Direttore Risorse Umane

Organizzazione e Comunicazione

Pietro Brunetti

 

7 febbraio 2014

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