11/02/1999
All’indomani dell’allarme lanciato da Federtrasporti sul ritardo dei comuni italiani nell’adozione dei piani urbani del traffico, qualche sindaco si è risentito, sottolineando il lavoro svolto nella propria città. In realtà l’attenzione sollevata da Federtrasporti non era rivolta a quei comuni (al momento poco più del 23% di quelli interessati) che hanno preparato i propri Put, bensì a tutti quelli (circa il 77%) che su questo fronte sono rimasti indietro. Da una recente indagine svolta dal Ministero dei Lavori Pubblici emerge che solo 187 enti su 841 obbligati hanno adottato i piani del traffico, 110 (pari al 13% del totale) li hanno solo redatti, 154 (18%) sono ancora in fase di affidamento dell’incarico e 118 (14%) lo hanno affidato. Secondo la stessa indagine, infine, ben 270 enti non avrebbero ancora predisposto nulla. Sulla base di questi dati Federtrasporti ha ribadito l’esigenza di rafforzare l’impegno delle amministrazioni locali sul fronte della mobilità urbana. "Al di là delle buone intenzioni –ha detto il presidente di Federtrasporti, Enrico Mingardi- le aziende del trasporto pubblico impegnate nell’incrementare la qualità dei servizi, hanno bisogno in parallelo di uno sforzo da parte degli enti locali interessati per smaltire il traffico privato e permettere la valorizzazione del trasporto pubblico. In particolare, il monito lanciato da Federtrasporti a margine della presentazione del salone della mobilità di Padova, Urbania, non intendeva –e non avrebbe avuto senso- colpire il sindaco della città veneta, ma più in generale tutte quelle amministrazioni che su questo tema sono ancora in fortissimo ritardo.